lunedì 26 novembre 2007

I progetti del passato e i ricordi del futuro


Ho scoperto da poco (purtroppo) una canzone. L'autore è Federico Salvatore... Si, quello di "Azz" e degli "incidenti" al vomero, in paradiso ecc...
Quello che suona la chitarra con la sinistra ma usando una per destri senza invertire le corde (azz), quello che ha partecipato a San Remo con un bellissimo brano intitolato "Sulla Porta" e che naturalmente non ha vinto.
Adesso questo cantautore ha cambiato strada. Da anni ormai non fa più le canzoni di prima: quelle comiche che lo hanno lanciato al Maurizio Costanzo Show nelle quali il cantautore contrapponeva due figure, Federico e Salvatore, uno ricco e snob e l'altro povero e rozzo, e si è dedicato a canzoni più serie e di denuncia, molte delle quali accompagnate dalla bellissima musica popolare di Napoli, la sua città, che ama e che è protagonista di molte sue canzoni.In un paese con un minimo di senso della cultura questa scelta gli sarebbe valsa la ribaltà e invece nella nostra strana comunità gli è costato quella popolarità che si era ritagliato. Comunque sia alla fama, ai soldi e ai cosidetti "successi", Federico ha preferito altri valori come la vera "musica" spoglia da tutti i paletti che l' industria gli ha messo nel tempo.La canzone si intitola "Se io fossi San Gennaro", ha come base un tipico giro di accordi napoletano che accompagna delle rime baciate messe lì ad arte. Federico Salvatore si sfoga letteralmente contro il decadimento di Napoli degli ultimi decenni, concentrandosi sulle colpe dei napoletani stessi e lanciando strali anche a gente nota come Pino Daniele, Renzo Arbore e i "neomelodici" alla Gigi D'Alessio. La canzone ha inequivocabilmente innescato delle polemiche ma non voglio parlare di questo quanto dell' attaccamento di quest' uomo, completamente condiviso, per la cultura popolare di una Napoli ricca di arte e storia, che tanto ha dato in Italia e al mondo e che, ahimè, alla ricerca di quello che molti chiamano progresso, sta perdendo la sua identità e i suoi valori. E allora ecco che il "Centro Direzionale" diventa un "orinale", che la cattedra insegna "l'arte di arrangiarsi", che in una "Napoli che ruba in ogni telegiornale" si sente puzza di "malavita, cocaina e pizza margherita".
Ma quello che mi ha stupito di più è stato quel suo descrivere il progresso anche come un guardarsi dietro, come un conoscere le proprie le proprie fondamenta per poterci costruire sopra qualcosa, come un ricordare cos'è successo ieri se vuoi sapere cosa fare domani, altrimenti sei perso. Non voglio anticipare troppo ciò che dice nella canzone e vi lascio a due filmati per poterla ascoltare direttamente. Il primo è una serie di foto che si susseguono durante la canzone e che "accompagnano" il testo, il secondo è una esecuzione dal vivo ad "Apocalypse Show" nella quale Federico, per esigenze televisive taglia un paio di versi ma che vale la pena vedere.

Buon Ascolto!















Beh tra i personaggi di successo ce ne sono molti che sono "brave persone", per carità non generalizziamo. Quando finiscono una canzone e parte l'applauso vanno via sorridendo e felici e c'è chi gli applausi se li merita. Ma come avete potuto vedere nel secondo video, quelli come Federico Salvatore non vanno via sorridenti ma vanno via commossi e, non so voi ma penso che dovrebbero essero loro ad essere considerati dei "modelli da seguire" più degli altri.

sabato 24 novembre 2007

Mostri Giapponesi #1: Amamehagi


E' un mostro del nord est del Giappone, appare d'inverno in coppie di due o tre, soprattutto la notte del nuovo anno agricolo. Che cosa fa quando appare?

Divora gli uomini più pigri! I contadini allora ospitano i vari Amamehagi e promettono loro di impegnarsi e di lavorare molto anche l' anno successivo. Certo, la "penitenza" è brutale (se no non sarebbe un mostro) , però come ci dice Mizuki l'autore del libro, questo è un "mostro istruttivo". Lo stesso nome "Amamehagi" è indicativo. "Amame" vuol dire "callo dei piedi", quello che ti viene quando lavori molto. Qui è usato in senso ironico ed allude al callo che ti viene al sedere quando non fai nulla. "Hagi" invece vuol dire "estirpare" e quindi Amamehagi è colui che estirpa il callo che viene ai pigri. Secondo me questo mostro è anche espressione della cultura del lavoro tipica dei giapponesi che sono famosi per la loro dedizione al dovere di ogni giorno. Ci sono, per esempio, molti lavoratori che non godono di tutte le ferie di cui hanno diritto, il tasso di disoccupazione è tra i più bassi del mondo e i fannulloni o "presunti tali" sono fortemente emarginati dalla società.

venerdì 23 novembre 2007

Mostri Giapponesi #0


Ho deciso di iniziare una specie di "serie".
C'è un libro intitolato "Enciclopedia dei mostri giapponesi" scritto da Shigeru Mizuki.
In questo libro vengono raccontati tutti i mostri della cultura giapponese. Ce n'è di tutti i colori. Ne sceglierò alcuni tra quelli che trovo più interessanti.

Nell' introduzione a cura di Andrea Baricardi ci viene spiegato che il contenuto del libro non sono leggende o fiabe ma un mondo molto particolare che ha il sapore di fatti realmente accaduti e di cui non si hanno prove.
E' una bella premessa per vivere questi personaggi calandoci nella realtà con la quale li vivevano i giapponesi. In fondo, ci spiega sempre Baricardi, gli scenari in cui i giapponesi proiettavano i loro mostri non erano solo misteriosi come boschi umidi e montagne impervie ma erano anche reali e quotidiani come gli anfratti bui di casa, il cortile e la risaia. E' in questa dialettica tra reale e irreale che si proiettano i mostri, rappresentazione fantastica di una paura reale. "E' l'impressionante irrealtà del reale a farci sentire piccoli di fronte all' ignoto, e non il mostro che le incarna."

giovedì 15 novembre 2007

Chi vuole campare cent'anni?


Nel titolo del blog c'è la parola vita, sappiamo che in questo caso il "gioco" è bello quando dura tanto, ma allora cosa bisogna fare per farlo durare a lungo?
Beh prima di tutto la domanda è in un certo senso sbagliata, dovremmo chiederci invece DOVE bisogna stare per vivere tanto. Secondo gli esperti, infatti è l'ambiente naturale del luogo in questione che insieme a delle determinate abitudini quotidiane e alimentari permette di arrivare al traguardo del secolo e anche oltre. Non solo, ci arriverai anche coscente e "in forma"!
Se andate in Costa Rica (bellissima, un giorno ci dovrò andare), più precisamente nella penisola di Nicoya, troverete ultracentenari che invece di avere un piede nella fossa ce l'hanno in un bel modello di scarpe da ginnastica che usano per andare con la fionda a caccia di serpenti.
A Nicoya, una volta che arrivi a 60 anni, hai una possibilità di raggiungere i 100 quattro volte superiore alla media dei paesi industrializzati!

Altri luoghi della terra dove vengono registrati casi unici di longevità sono Okinawa in Giappone e la Sardegna (più precisamente al centro).
Come gia detto non si vive a lungo solo mangiando bene ma bisogna mettere in relazione quel tipo di alimento ad un certo stile di vita con un'attivita fisica regolare ma non esagerata (che non vuol dire solo fare sport ma anche camminare molto o fare determinati lavori) e l'ambiente naturale. Evidentemente il clima, la natura e l'aria di Okinawa sono ideali per il tipo di alimentazione di quelle zone; lo stesso discorso vale per Nicoya e Sardegna.
Proprio in quest'ultima è morto da pochi anni l'uomo che è entrato nel guinness dei primati nel 2001 per la sua longevità. Si chiamava Antonio Todde (nella foto), ma tutti lo chiamavano Tziu Antoni. Di Tiana, un piccolo paese sardo, è riuscito a stare in vita 113 anni, attribuiva la causa del suo record al bicchiere di vino giornaliero. Aveva fatto il pastore fino a 90 anni e non aveva mai toccato una sigaretta. Sempre sardo è l'uomo al posto numero 3 della "classifica". Primo in Europa, Giovanni Frau si è spento nel 2003 a 112 anni.

A questo punto viene da chiedersi se è così vero che vivere birra fa campare cent' anni. A quanto pare ci vuole ben altro...Se fosse così sarebbe davvero una delusione. Peccato in fondo ci credevo, vorrà dire che la sostituiremo col vino come faceva Tziu Antoni, tanto va bene lo stesso. Che poi la vita basta viverla intensamente anche se ti dura qualche anno in meno e sei soddisfatto comunque.

sabato 10 novembre 2007

Foglie al vento





Facendo ricerche sulla rete mi è capitato poche volte di trovare tanto materiale come quello che ho trovato per i Rom. Se volete approfondire quello che leggerete (e c'è tanto da approfondire) vi consiglio di andare qui.
La parola rom, oltre a non equivalere a "romeno", non equivale neanche a "zingari" visto che tra questi vi sono varie etnie e i rom sono solo una di queste. Esistono per esempio i Sinti, presenti soprattutto nel nord Italia e i Camminanti.

STORIA

Gli zingari sono un popolo nomade che è nomade da più di mille anni. Le loro origini sono indiane, più precisamente, nella zona del confine col Pakistan, ma si dice che alcuni di loro possano provenire anche dalle zone centrali dell'India. L' inizio del "nomadismo" risale intorno al 1000 d.C. Non si sa perchè: una leggenda racconta che essi vivevano in una terra meravigliosa dell 'India chiamata "Sind" e che la dovettero abbandonare a causa delle invasioni arabe e mongole.
La parola "zingaro" è offensiva, deriva dal greco athinganoi, che vuol dire "intoccabili" per descrivere appunto quella casta indiana che veniva dalla Frigia.


In Europa arrivarono intorno al 1400. Gli Zingari raccontavano delle bugie per essere meglio trattati, si spacciarono anche per "emigrati dell' Egitto", da qui l'altro apellativo "Gitani". In principio l’accoglienza fu buona perché il carattere misterioso della loro origine aveva lasciato una profonda impressione nella società medievale. Le condizioni e le abitudini di vita diverse trasformarono però la buona accoglienza in ostilità e gli zingari vengono presto identificati come turchi, nemici degli artigiani locali (visto che lo erano anche loro e facevano "concorrenza") e gente dalla pelle scura come quella del diavolo. Nel corso del tempo si passò alle persecuzioni, come quelle in Serbia e in Romania e allo sterminio di circa mezzo milione di zingari da parte dei Nazisti.

Attualmente essi sono presenti in tutti i paesi europei, nelle regioni asiatiche da essi attraversate, nei paesi del vicino oriente e del nord Africa. L'etnia Rom è quella che è diventata più sedentaria.

CULTURA

I Rom sono l'etnia più numerosa degli zingari; la parola Rom, in romani (la loro lingua), significa semplicemente "uomo". Il romani è una lingua indiana che ha subito delle influenze nel corso del tempo. Nel corso dei loro viaggi rom, sinti e camminanti hanno intrapreso più lavori: giostrai, artigiani, lavoratori di metallo (soprattutto rame), anche le donne facevano quello che potevano leggendo i palmi delle mani. Adesso, con lo sviluppo industriale, questi lavori sono entrati in disuso, l'artigianato non rende più come una volta, il rame è in "via d'estinzione" e gli zingari faticano molto economicamente. E' quindi nata la figura dello zingaro ladro, alcuni di loro lavorano nella malavita (non zingara), altri ancora chiedono l'elemosina.
Per quanto riguarda l'organizzazione sociale, la famiglia rom è un tipo di famiglia patriarcale. Ciò che conta in primo luogo per lo zingaro è la famiglia, il nucleo costituito da marito, moglie e figli. Le famiglie sono spesso estese e comprendono tutti quei parenti con in quali si tiene un rapporto più stretto con la convivenza nello stesso campo o la condivisione di affari.

Lo Zingaro è fondamentalmente religioso, anche se non aderisce con piena consapevolezza a nessuna religione positiva. Tutto ciò che risponde alla volontà divina è principio di amore e di vita. Lo Zingaro vede nell'amore la ragione della sua vita, infatti si ritiene del tutto giustificato agli occhi di Dio quando ha assolto il suo impegno verso il prossimo. Va evidenziato che il prossimo, per lo Zingaro, è l'uomo del suo stesso sangue, non lo straniero, il gagiò. questo non vuol dire che non provi sentimento di forte e sincera amicizia per i gagè, l'ospitalità è sempre sacra per gli Zingari.
Dalla contrapposizione dei due mondi (Zingaro e non-Zingaro) deriva una diversa valutazione: mentre è derubare ed ingannare uno Zingaro, queste azioni non sono avvertite come colpe se rivolte verso i gagè, poiché lo Zingaro reputa il nostro mondo immorale, spinto dall'egoismo e da interessi materiali. Le relazioni con la propria gente si caratterizzano invece per la spontanea generosità. Non c'è differenza tra povero e ricco; chi ha, dà. E' la legge del mondo nomade fondata sulla comunione dei beni: non esiste proprietà personale, né eredità.
(http://www.terrelibere.it/vento.htm).


I rom amano molto la musica, il loro strumento preferito è la fisarmonica con la quale fanno sovente degli spettacoli in strada per racimolare un pò di denare. La musica è presente anche nelle cerimonie come i matrimoni. A proposito di matrimoni, bisogna sottolineare la figura della donna nella società rom, figura spesso vittima di un sistema sociale estremamente patriarcale. Riporto qua un' altra citazione che ho trovato su terrelibere.

Il matrimonio viene stabilito dai genitori: il padre comunica al figlio l'intenzione di chiedere la mano di una ragazza per lui. Questa scelta appare al figlio come un dono. Già a partire dall'età di 14-15 anni, il giovane riceve una compagna e diventa un Rom, mentre prima non aveva alcuna importanza sociale. Il matrimonio tra i Rom può essere definito 'matrimonio per acquisto', in quanto il padre del ragazzo si reca presso la famiglia della ragazza per chiederle le mano, offrendo al padre di lei una somma di denaro. Il prezzo che viene pattuito tra le famiglie non è in realtà un prezzo d'acquisto, la sua funzione è più complessa: risarcimento al padre e ringraziamento per averla allevata bene, prova di possedere del denaro e quindi garanzia che la vita della ragazza nella futura famiglia non sarà dura, possibilità di un buon matrimonio, dato che parte della somma viene destinata per l'abbigliamento della sposa.
Secondo la tradizione, la prima notte di matrimonio una donna anziana controlla la verginità della ragazza mostrando agli invitati il lenzuolo o la sottana macchiati di sangue. Se viene verificato il contrario, ai festeggiamenti si sostituirà la lotta tra le due famiglie e la ragazza sarà considerata una prostituta e non potrà più sposarsi.

La sposa accolta nella casa del marito è inizialmente trattata come un'estranea dai suoceri. La vita al servizio della suocera è spesso dura; la sposa diviene serva della suocera e delle cognate più anziane, deve obbedire ai loro ordini. La coppia lascia l'abitazione del padre quando la sposa attende il primo figlio. Da questo momento il nuovo capo famiglia stabilisce la sua abitazione accanto a quella del padre.
Una serie di tabù circonda lo stato di gravidanza. Tutto ciò che riguarda il parto è impuro; la madre e il bimbo sono intoccabili: nessun uomo, nemmeno il padre, può accostarli. Secondo la tradizione, dalla nascita alla morte la donna è schiava del Rom. Da bambina obbedisce a suo padre, da donna a suo marito, da vecchia ai suoi figli. Ma con il passar del tempo e la nascita dei figli, il suo prestigio aumenta quando, a sua volta, può contare sulle nuore. L'importanza delle donne nell'economia è grande, è la donna che veglia sull'educazione del figlio fino ai suoi 10 anni, e all'educazione della figlia, e quindi al suo onore.


I rom hanno anche un loro tribunale: il Kriss, composto da degli anziani che grazia alla loro saggezza ed esperienza hanno il potere di risolvere le controversie che possono nascere in una comunità secondo delle regole non formali ma tramandate dalla tradizione.

Non ho scritto tanti post da quando ho questo blog, ma vi assicuro che questo è stato il più faticoso, c'era tanto di quel materiale che non sapevo che fare, davvero. Ho sicuramente saltato degli argomenti che potevano essere interessanti ma ho preferito mettere quelli più sconosciuti. Per quanto mi riguarda non voglio dire che siano santi ma di certo per molti aspetti provo una certa ammirazione, primo fra tutti è il fatto che non esiste un esercito zingaro, hanno viaggiato per mille anni senza armi, non hanno intenzione di rinunciare alla loro cultura. Certo, credere che il nostro mondo sia tutto immorale e sentirsi giustificati nei furti è sicuramente un errore ma finchè noi li teniamo a distanza e loro rimangono distanti non lo potranno mai capire... La loro organizzazione sociale danneggia le donne ma anche le donne sono zingare quindi lo zingaro è sia colpevole che vittima allo stesso tempo. E poi anche nella civiltà occidentale fino a non molto tempo fa non c'era certo parità fra i sessi (e per molti versi non c'è neanche adesso).

C'è un detto rom che dice: i rom sono come delle foglie piegate al vento, quando il vento passa esse ritornano sempre dritte.
Vi lascio ora ad un discorso pieno di umanità che fece Fabrizio De Andrè in un concerto e che trovate nell' album "Ed avevamo tutti gli occhi belli" e al quale mi associo. Grande Faber!

[...] Ma emarginazione dovuta anche a.. comportamenti desueti e diversi dovuti all'eredita di culture millenarie che certi popoli si portano dietro e a cui non hanno nessuna intenzione di rinunciare, è il caso del popolo rom, quello che noi volgarmente chiamiamo zingari [...], un popolo che gira il mondo da più di duemila anni, afflitto o affetto, io non so come meglio dire ma forse semplicemente affetto da quella che gli psicologi chiamano dromomania, cio la mania dello spostamento continuo, del viaggiare, del non fermarsi mai in un posto. E' un popolo secondo me che meriterebbe il premio per la pace, per il fatto appunto che gira il mondo da duemila anni senza armi.
Purtroppo i nostri storici, e non soltanto i nostri, preferiscono considerare i popoli non soltanto in quanto tali ma in quanto organizzati in nazioni se non addirittura in Stato e si sa che i rom, non possedendo territorio, non possono considerarsi nè una nazione nè Stato. Mi si dirà che gli zingari rubano, è vero, hanno rubato anche in casa mia; si accontentano però dell' oro e delle pallanche, l'argento non lo toccano perchè secondo loro porta male, lascia il nero. Quindi vi accorgete subito se siete stati derubati da degli zingari.
D'altra parte si difendono come possono. Si sa bene che l' industria ha fatto chiudere diversi mercati artigianali, buona parte dei rom erano o sono ancora artigiani: lavoratori di metalli, in special modo del rame, addestratori di cavalli e giostrai; tutti mestieri che purtroppo sono caduti in disuso. Gli zingari rubano, è vero, però io non ho mai sentito dire o non ho mai visto scritto da nessuna parte che gli zingari abbiano rubato tramite banca e questo mi pare che si un dato di fatto.
Applausi.

sabato 3 novembre 2007

La scorciatoia sbagliata


Che bello ricominciare con il blog, i miei problemi con internet dovrebbero essere davvero finiti, fra poco farò anche il collegamento UMTS così potrò scrivere comodamente da casa.

Molto spesso capita che ti svegli di buon umore, passi una bellissima mattinata, ti senti in pace col mondo, la vita è bella, ma poi, all' improvviso, di sorpresa, cominci a vedere nubi all'orizzonte, senti una musichetta che proviene dalla tv che non augura niente di positivo, ti vien la paura, hai gia sentito quelle note e non ti ricordano niente di felice, finisce la musichetta, un secondo di pausa che sembra come la quiete prima della tempesta, guardi incuriosito lo schermo ed ecco che tutto il tuo buon umore viene trascinato sotto terra e non tornerà per un bel pò di tempo.

Quello che senti subito dopo è:- "Benvenuti a questa nuova puntata di Studio Aperto", eh si, Studio Aperto, sei gia incazzato così, senza che dicano nulla, basta vedere la faccia da **** della Parodi. Ma il bello deve ancora venire, e allora iniziano i vari servizi sui noglobal che hanno sfasciato genova e qualcuno vuole che vengano "condannati" ai lavori socialmente utili, Berlusconi, stranieri ammazzatutti, rom, rumeni, romani, immigrati delinquenti, Berlusconi, cucciolotti di orso, figa, figa, cazzate sulla figa e termine della puntata. Il centro della terra si è impadronito del tuo buon umore. Anche se, bisogna dirlo, gli ultimi tre servizi se visti col silenziatore senza sentire ciò che si dice, ai maschi possono anche piacere... ma avendo anche il volume uno non ci può fare niente. Fede secondo me è meglio perchè è dichiarato, ha la sua fama di lecca-lecca, e tutti sanno cosa aspettarsi, invece Studio Aperto si presenta arrogantemente come tg neutrale e sano.

Questo lunga introduzione è per raccontare un pò di cose sui grandi accusati del periodo:i rumeni.

Innanzitutto, senza fare i finti buonisti è vero che le persone di origine rumena, in percentuale al numero di persone residenti, sono quelli che commettono più reati ecc.., è giusto dirlo. Ma quello che mi fa incazzare è la confusione che si fa quando se ne parla, le scorciatoie usate per far stare in 30 secondi un argomento che in 30 secondi non può starci.

Punto primo: Rom e rumeni non sono la stessa cosa, se qualcuno dovrebbe fare un sondaggio scoprirebbe probabilmente che più della metà degli italiani non lo sa (giustamente, visto che nessuno glielo dice). I Rom sono una MINORANZA del popolo rumeno, sono formati da vare etnie e parlano una lingua di ceppo indiano che è diffusa anche in Sud America. Il prossimo post sarà dedicato a classificare le varie etnie, provenienze e culture dei vari popoli nomadi presenti in Italia.

Penso che l'informazione in Italia scelga per ragioni politiche e per convenienza una strada sbagliata per raccontare la realtà degli immigrati. E' come se si fosse dietro una montagna e si dovesse raccontare cosa ci sia oltre, i telegiornali fanno il giro di fianco senza scalarla e vedono da una posizione bassa ciò che devono descrivere, mentre un' informazione come si deve scalarebbe la montagna e osserverebbe dalla cima quello che succede, solo un pò di fatica in più. Questa scorciatoia sbagliata, è normale, la adotterà anche la gran parte di coloro che guarda Studio Aperto senza informarsi meglio.
Se si sale sopra la montagna si scopre prima di tutto che, finchè nel mondo ci saranno paesi ricchi e paesi poveri è INEVITABILE che ci sia emigrazione, è inutile presentarla come una piaga da placcare, anche gli italiani sono emigrati ad inizio secolo, quindi l' immigrazione c'è e si ferma solo se il paese d'emigrazione si sviluppa come è successo a noi italiani lungo il '900.

Lo dico subito, gli immigrati che delinquono devono ritornare a casa, è normale che se non stanno alle nostre regole non ci stanno a fare nulla. Prima ancora bisogna chiedersi però perchè delinquono, delinquono perchè non hanno lavoro. Bene, allora se non c'è lavoro dovevano calcolare un flusso così grande di persone quando hanno allargato l' Unione Europea e agire di conseguenza, la Francia lo sta facendo adesso. Il nostro governo invece grida alle pene sicure dopo che egli stesso hai svuotato le carceri. Di questo e di altro ha parlato Rula Jebreal in un' intervista molto bella del blog di Grillo.
L'immigrazione non è un fenomeno d' importazione di delinquenti ma è una risorsa enorme non solo per il nostro arrichimento culturale che già sarebbe sufficiente ma anche in vista del "boom pensionistico" che richiederà più gente che paghi le tasse e quindi più gente che lavori.
Non è giusto vedere un popolo condannato ogni momento, la maggiorparte dei rumeni in Italia non ha fatto del male a nessuno, è solo gente disperata che vuole sopravvivere. A stento ho sentito che la ragazza che ha denunciato l'assassino della ragazza violentata era rumena; se facciamo il sondaggio secondo me lo sanno in pochi. E' sempre il solito discorso che si alimenta l'odio. Non è il V-Day che arma i pazzi ma i telegiornali che sentiamo. Nell' intervista, la Jebreal ricorda giustamente il palazzo pieno di immigrati mandato a fuoco in Francia.

Io sono un ragazzo e mi capita spesso di sognare, però penso sia strano per un ventiduenne essere costretto a sognare un telegiornale libero e completo come se fosse un' utopia. L' utopia dovrebbe essere un mondo di uguaglianza senza guerre, non un telegiornale....credo.