
Mio nonno mi raccontava che suo nonno veniva svegliato la mattina dalla luce dell'alba che gli attraversava le palpebre. Quando apriva gli occhi, davanti a se vedeva tutto: la foresta, il sole che piano si arrampicava dietro la montagna per poi lanciarsi nel suo cammino giornaliero. Il continuo mormorio del ruscello vicino a loro gli assicurava la vita e il rumore del fuoco, lì, acceso, gli dava protezione. Cacciava in libertà, anche lui come me disegnava: lo faceva tra una battuta di caccia e l altra. La notte si addormentava tra il crepitio del falò e i piccoli schiaffi dell' acqua del ruscello alle rocce nella sponda.

Mia madre non so dove sia, di lei ricordo solo grida e lacrime, mio padre non l' ho mai conosciuto, vivo in un pezzo di terra che gli stranieri ci hanno concesso come se ci stessero
facendo un favore e adesso, a quasi 70 anni di vita non chiedo più niente, alla fine non ho mai chiesto niente perchè so che quello che voglio non potrò averlo: non potrò svegliarmi la mattina con la luce dell'alba, non potrò sentire il suono di un ruscello, potrò solo chiudere gli occhi e aspettare che un altra notte passi...come tutte le altre, senza dire nulla, in silenzio.

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